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MONITOR E STAMPANTI: UN MIX DI COLORI IMPERFETTO!

  • Immagine del redattore: monogram
    monogram
  • 27 gen 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Un grafico, per definirsi tale, deve conoscere i vari significati nascosti dietro ai codici che vengono sottoposti al cliente.

Utilizzando programmi professionali, c'è un parametro che viene indicato nella nostra area di lavoro: RGB o CMYK.

Se anche a te è capitato di ricevere proposte grafiche da stampare con colori sgargianti, ed in seguito hai scoperto che NON fossero riproducibili, allora leggi con attenzione ciò che sto per svelarti.

"eh... verrà un pò più scuro in stampa..."

"ho dovuto fare modifiche perchè il plotter mi dava problemi"...

La verità è che purtroppo sei incappato nelle bufale degli improvvisati!

Forse il prezzo basso, forse la vicinanza a casa/lavoro, forse il fatto che fosse "amico/cugino di...".

E hai ricevuto un prodotto DIVERSO da quello che desideravi e ti sei dovuto bere le frottole del finto esperto di turno.

Lascia che ti spieghi una cosa: senza conoscere il significato e di conseguenza l'utilizzo di queste sigle, la corretta elaborazione del file risulterà pressochè impossibile.

Parlo con cognizione di causa perchè, tempo addietro, un presunto autoproclamato esperto grafico mi inviò i file per la stampa di qualche migliaio di brochure.

Chiaramente sviluppato su Photoshop, in RGB. Meno male che era esperto!!!

Anzi, disse "nessuno può insegnarmi nulla in questo mestiere, lo porto avanti da 10 anni".

Che ridere quando ci penso!!!

É bene che tu capisca cosa rappresentano queste sigle e come mai esiste questa distinzione.

Che è netta, non interpretabile.

RGB significa Red,Green,Blue: ovvero rosso, verde, blu. É il metodo colore usato dagli schermi per costruire i colori che vediamo sui monitor dei diversi dispositivi. I vari colori generati sono dati dalla somma delle luminosità dei tre colori di partenza: portando la luminosità al 100% si ottiene il bianco, allo 0% il nero. Questo metodo colore va bene SOLO per grafiche WEB.

CMYK sta per Cyan, Magenta, Yellow, Key Black: ovvero ciano, magenta, giallo e nero. Questo metodo colore è però sottrattivo, ogni colore è ottenuto partendo dalla differenza di luminosità dei colori di riferimento. La quadricromia è il Vangelo della stampa digitale.

Ora che abbiamo capito i due metodi colore, procediamo oltre.

Perchè dovresti stare attento?

Perchè il gamut del metodo RGB è superiore a quello del metodo CMYK.

E per te sai cosa cambia?

Tutto.

Infatti a monitor potresti vedere colori fluorescenti, brillanti. In stampa il tutto risulterebbe smorto. E non per colpa del plotter o del supporto, ma perchè l'improvvisato di turno ti ha elaborato i file sbagliati. La colpa non può essere nemmeno della calibrazione del monitor: un metodo colore ha il suo scopo specifico, non esistono soluzioni intermedie.

Claro?

Per ovviare a questa confusione, la vita dei designer è stata semplificata dalla celeberrima Pantone.

L'azienda Americana cataloga le tinte in mazzette, assegnando un codice ad ogni colore.

Puoi quindi scegliere un colore Pantone e farlo stampare?

In linea di massima SI, in assoluto NO.

Questo perchè le tinte PANTONE nascono da vernici e non dalla sottrazione dei 4 colori di riferimento, quindi potrebbe succedere di non riuscire ad elaborare scale cromatiche equivalenti.

Ma un buon grafico può stampare per il cliente la gamma PANTONE che le macchine in dotazione possono riprodurre CON CERTEZZA.

Solo così il colore scelto sarà corrispondente allo stampato.

In questo articolo ti ho svelato il significato nascosto dietro due acronimi che infestano i tuoi "preventivi". Potrai consapevolmente decidere se continuare a farti prendere in giro dagli improvvisati o se sposare la nostra causa di divulgazione: SOLO INFORMAZIONE CORRETTA.

Acta est fabula, Monogram

Ps: dietro agli improvvisati c'è sempre scarsa conoscenza della materia. Fermiamoli, per il bene della stampa di qualità! Resta aggiornato sui contenuti di valore per la TUA azienda, iscriviti ORA alla nostra newsletter!



 
 
 

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