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CTRL C – CTRL V, ED IL LOGO È PRONTO

  • Immagine del redattore: monogram
    monogram
  • 18 nov 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Forse non ci crederai ma ieri, mentre rientravo a casa dallo studio, è successo qualcosa di incredibile.


Ero alla guida quando il mio sguardo è stato rapito.


E no, non c'erano alieni, ufo, scie chimiche. Non c'era niente di tutto questo.


Non potevo fermarmi di soprassalto in una via di grande affluenza: così ho imboccato la rotonda e sono tornato indietro.

Davanti ai miei occhi si presenta una scena surreale: al primo piano, esattamente sopra un noto discount cittadino, avevano portato gli Stati Uniti d'America.

Ma ci pensi?

Io già immaginavo Taz, Speedy Gonzalez, Porky Pig, Marvin il marziano...

Fantastico.

I personaggi che avevano segnato la mia infanzia qui, nel Sulcis, a Carbonia!

Tuttavia mi ritrovo animato da un pizzico di scetticismo... infatti mi chiedevo: “ma perchè mai la Warner Bros ha deciso di investire proprio in questo territorio? Non avrebbe avuto più senso farlo a Roma, o a Milano?”

Così ho deciso di guardare da vicino e cercare di capire meglio quanto stesse accadendo.

Non puoi capire la delusione che ho provato nel constatare che non c'era un fico secco di quanto fantasticato dalla mia mente.

Si trattava di un semplice negozio di bricolage.

Ma allora come mai sono stato tratto in inganno? Perchè il mio cervello ha rievocato questi bei ricordi, completamente disillusi nel breve arco temporale di una passeggiata?

Vedi, quello che hanno fatto è inspiegabile, oltre che incredibile.

Si sono fidati di una presunta vecchia gloria del passato e hanno ricevuto l'elaborazione di un logo aziendale copiato, in maniera plateale, da un marchio d'impresa ben definito a livello globale.

Probabilmente brinderanno nel leggere queste mie parole, della serie “missione compiuta. Attiriamo qui le persone facendogli collegare il negozio ad un brand più famoso”.

E invece no. Niente di vero.

Quel senso di delusione farà sì che io non ci metta mai piede.

Non si prendono in giro le persone.

Anche se per decenni quel modo losco di fare impresa ha pagato, i risultati odierni sono sotto gli occhi di tutti.

Se per creare un logo fosse stato sufficiente eseguire il classico copia-incolla, non avrebbero mai cercato di decodificare la materia.

Mi rendo conto che sia molto più semplice fare CTRL C – CTRL V dalla tastiera. Si chiama scorciatoia. E non a caso.

Il problema non è neppure chi se ne sia occupato. Gelosia, frustrazione. Non mi importa.

Però non sono d'accordo con le prese in giro. Perchè un conto è ispirarsi, un altro è il plagio.

Ecco cosa dice l'Ufficio Brevetti a tal proposito:

“In particolare, come previsto chiaramente dall’art. 20 CPI:

Il titolare ha il diritto di vietare ai terzi, salvo proprio consenso, di usare nell’attività economica:

a) un segno identico al marchio per prodotti o servizi identici a quelli per cui esso è stato registrato;

b) un segno identico o simile al marchio registrato, per prodotti o servizi identici o affini, se a causa dell’identità o somiglianza fra i segni e dell’identità o affinità fra i prodotti o servizi, possa determinarsi un rischio di confusione per il pubblico, che può consistere anche in un rischio di associazione fra i due segni;

c) un segno identico o simile al marchio registrato per prodotti o servizi anche non affini, se il marchio registrato goda nello stato di rinomanza e se l’uso del segno senza giusto motivo consente di trarre indebitamente vantaggio dal carattere distintivo o dalla rinomanza del marchio o reca pregiudizio agli stessi.»

Quindi non è mai ammessa l’identità di marchi e prodotti/servizi, mentre nel caso in cui vi sia una similitudine occorre accertare se sussista un rischio di confusione.

Nel caso in cui il marchio sia molto famoso, invece, non è mai ammesso il suo uso anche per prodotti o servizi diversi quando chi usa il marchio trae un indebito vantaggio dalla rinomanza del marchio precedente o reca al marchio famoso un indebito pregiudizio.

Quando si verifica una copia il titolare del marchio può rivolgersi al Giudice per chiedere che chi ha copiato cessi immediatamente l’uso del marchio e per ottenere il risarcimento dei danni.

Già la semplice rimozione del marchio rappresenta un costo ingente, basti pensare a tutto il materiale che deve essere distrutto o ai prodotti che devono essere ritirati dal mercato.

A questo si aggiunga il risarcimento dei danni che sarà calcolato sulla base di diversi parametri e che, a seconda dei casi, può raggiungere importi molto elevati.

Inoltre, come sanzione aggiuntiva, i Tribunali spesso ordinano la pubblicazione della sentenza di condanna su quotidiani e riviste.

Questa misura determina un grave discredito per chi ha copiato il marchio e costituisce un costo a sua volta in quanto le spese per la pubblicazione sono a carico di chi ha preso la causa e si aggiungono a tutti i costi già indicati in precedenza”.

Sei davvero sicuro di non voler affidare ad un professionista la progettazione del tuo marchio d'impresa?

 
 
 

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