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BANNER: ANNUNCIO WEB O STRISCIONE?

  • Immagine del redattore: monogram
    monogram
  • 29 apr 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Ormai si sà, con il web a portata di mano vari termini hanno molteplici significati. È doveroso fare chiarezza quando, nel mondo della stampa, si parla di banner pubblicitario.

Il termine di per sè potrebbe confondere il cliente perché con lo stesso identico proclamo si trova l’indicazione di “immagine a striscia che ha la funzione di generare visite al sito dell’inserzionista”. Per noi, invece, si intende ben altro, e cioè un tessuto (stampato) realizzabile con diversi materiali a seconda dell’utilizzo (interno/ esterno) e del supporto di

sostegno (impalcature, transenne, reti)... Andremo quindi ad analizzare nel dettaglio quelle che sono le applicazioni più indicate (e ragionevoli) in virtù della durata della campagna pubblicitaria (o altro).

Potresti quindi trovarti a partecipare ad una fiera, a fare da sponsor ad un evento, oppure a dover operare ad altezze talmente elevate ( e magari difficilmente raggiungibili da gru o piattaforme elevatrici ) ed alle quali la soluzione più logica risulta essere l’installazione di un banner. Già, ma come fare a scegliere il materiale giusto? Come fare soprattutto a non focalizzare l’attenzione esclusivamente sul prezzo?

Se mi segui da un po’, dovresti aver capito che nell’ottica della divulgazione di informazioni corrette, quello che faccio è renderti semplici degli argomenti spinosi sui quali la concorrenza va a nozze (con l’intento di fregarti).

Questo succede perché giocano sul fatto che: il cliente non è un tecnico; il cliente non conosce le differenze; devono trarre il massimo profitto dalla transazione anche con la consapevolezza di non fare il TUO bene;

Per fortuna, come Re Artù sono qua pronto ad estrarre dalla roccia la Sacra Spada in tuo

Soccorso! (Anche se non regnerò sulla Britannia...) Eppure non mi ha allevato Merlino... È che non tollero le lamentele da parte di clienti che pensano addirittura di essere stati TRUFFATI quando scoprono di dover spendere qualche euro in più rispetto al prodotto/ servizio offerto dagli improvvisati del settore. La realtà è che non si configura alcun reato, siamo in libero mercato ed ognuno adatta la strategia che ritiene più opportuna. Forse. Legalmente. Ma per chi come me è spinto dal fuoco della passione, moralmente diventano vendite inaccettabili e prive di ogni logica. Leggi bene ciò che scrivo perché ti sarà di grande aiuto. Partirò dai materiali

utilizzabili per la realizzazione dello striscione:

PVC, consigliabile sia in esterno che in ambienti chiusi, ha nella GRAMMATURA la sua caratteristica principale. In commercio ne esistono diverse, ma vanno sapute scegliere con precisione chirurgica: a volte potrebbe andar bene un banner leggero, altre invece un banner pesante. Prestaci attenzione quando studi un preventivo, perché i costi cambiano, e di parecchio: le grammature vengono indicate in gr/mq.

MICROFORATO (telo MESH), consigliabile in esterno per via dei micro-fori che permettono al vento di “passargli attraverso” ed evitare l’effetto vela. Solitamente il campo di impiego lo vede protagonista per la copertura di impalcature o intere palazzine: tuttavia, a seconda della grafica da utilizzare, bisogna prestare attenzione al fondo trasparente.

TNT (tessuto non tessuto), consigliabile per BREVI applicazioni esterne TESSUTO, consigliabile per applicazioni interne. Da specificare se poliestere, tessuto nautico, o telo da bandiera.

Bene, la prima parte è finita ma non è tutto. Con un altro fendente andremo infatti a vedere altre tipologie di striscioni, e questi sono davvero particolari.

RETROILLUMINABILI, noti con il nome tecnico “backlight”, sono pensati per strutture retroilluminate in ambienti notturni (o per interni dalla bassa luminosità). Oltre al backlight (vinilico), esiste in poliestere, dalla grammatura più leggera ma altrettanto efficace. BIFACCIALI, cioè striscioni in PVC con due facce stampate ed un’anima nera intermedia che ne impedisce il riflesso.

BLOCKOUT, nonché la somma di vari strati (PVC,PET,PVC) con retro grigio per impedire il passaggio della luce. Consigliabile per roll- up/roll-on. Alternativa in poliestere con retro nero in poliammide.

ANTIVENTO, cioè un telo MESH o in tessuto nautico. Buoni in esterno, ma dalla durata limitata.

Come avrai notato, le diversità sono molteplici ed esistono tantissime possibilità di fornitura. Quello che andrà ad incidere sul prezzo, quindi, non è solo la QUALITÁ (tutti dicono di avere il migliore) del materiale, ma la durata, la resistenza agli agenti atmosferici: soprattutto, LA TECNICA DI STAMPA! Infatti, l’elemento di valutazione finale dovrà essere la tecnica di stampa adattabile alla resa cromatica desiderata. Sarà stampato a solvente? UV? Latex? Sublimazione? Dipende, ogni progetto è una nuova sfida!

A dirla tutta, c’è un altro elemento degno di nota, l’occhiello. Sarà in ferro? In ottone? In plastica? In policarbonato? Anche qui bisognerà considerare il rischio dello “strappo” e scegliere quindi la soluzione più adatta.

La prossima volta che avrai bisogno di un banner, fai tesoro di questa guida: gli improvvisati sono pronti ad azzannare il tuo portafogli, senza farsi scrupoli. E non voglio che, almeno tu che mi segui, possa essere il loro prossimo malcapitato.


Acta est fabula, Monogram.

P.S.: se dovesse capitarti la richiesta di certificazione sul materiale ignifugo, sappi che esiste il banner realizzato in PVC morbido fuso, completamente resistente al fuoco.

 
 
 

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